La pittura di
Girolamo Dalla Guarda possiede a mio giudizio due
requisiti fondamentali: una innata sicurezza coloristica e una spavalda
tendenza alla monumentalità. Sono due qualità che formano
per così
dire l'ossatura portante dei suoi dipinti, nei quali si manifesta una
sensibilità espressionistica, volta ad una comunicatività
immediata,
generosa, un tantino aggressiva.
L'ansia dei costruire, dei gridare le sue forme accese ed elementari può
apparire talvolta non sorretta da un'intima giustificazione espressiva:
in realtà il Dalla Guarda è un artista ancora in formazione,
che con
umiltà ricerca la sua strada e infaticabilmente esperimenta nuove
composizioni e nuovi ritmi.
Così nei suoi ultimi lavori egli ha potuto passare da un
espressionismo un po' di maniera (alla Kirchner o alla Nolde, grosso
modo) ad un discorso pittorico più pacato e disteso, nel quale
entrano suggestioni della più recente pittura soprattutto veneta
(Zotti
in particolare).
Ci auguriamo che la pittura dei Dalla Guarda, che appare in bilico tra
un naturalismo scarnificato e un suggestivo linguaggio
simbolicheggiante, possa trovare negli anni a venire un convincente
sbocco verso una configurazione stilistica coerente e compiutamente
originale.
Giorgio Faggin |